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martedì 16 dicembre 2014

DOLCI REGALI......perchè non c'è due senza tre!



E alla fine...eccoci qua! Di nuovo. Si. Con il terzo libro della collana dell'mtchallenge.
Come per le precedenti uscite, è stata un'emozione vedere concretizzato questo progetto ed un onore aver collaborato con fantastiche persone unite dalla passione per la buona cucina, in maniera professionale, con serietà ma anche con quella giusta dose di "pazzia" , genialità e allegria.
E anche un orgoglio vedere il proprio nome di fianco alla ricetta che è stata pubblicata!

Diverso dai due libri precedenti :

 e

perchè questa edizione prende spunto da una delle nostre gare sul babà, per arrivare ad ampliare la conoscenza di un'epoca a che segna un momento fondamentale nella storia della gastronomia, cioè il periodo compreso fra la fine del XVII  e gli inizi del XIX secolo, che videro la nascita e il trionfo della pasticceria, intesa come Arte.
Le ricette sono quelle degli impasti lievitati dolci conosciuti, ma anche di ricette storiche ed inedite. “Dolci Regali” non è solo un libro di ricette fantastiche,ma è anche la testimonianza  di un'epoca, quella delle grandi monarchie di questo periodo, nelle cui cucine prese forma la consapevolezza che la figura del pasticcere era molto importante. Grazie alla sua arte,i dolci che sfornava, diventarono il simbolo del potere che i monarchi assoluti rappresentavano: ecco allora arrivare dolci gonfi, “cresciuti”, che nelle loro forme alludono a tutte le manifestazioni del potere, sia quello terreno (le corone dei kugelhupf, dei babà, dei savarin, del Ferdinandkrapfen, del kringel e così via), sia quello sovrannaturale (le trecce che richiamano l'eternità e le forme a cupola, che alludono alla potenza generatrice) e così via.


“Regali”, quindi, significa anzitutto “dei re” anche se, a dire il vero, il libro racchiude anche un'ampia sezione dei dolci dei poveri: perché anche questi ultimi avevano escogitato altrettante ricette per poter godere, seppure in occasioni speciali e non tutti i giorni, di quel piacere del superfluo che, nel loro caso, prende il nome di krapfen, di graffe, di buchteln, di buns, di torta delle rose e di molte altre ricette, altrettanto gustose.

E completano questa grande raccolta, il "solito" contributo della Community, oltre 50 ricette di sciroppi, bagne aromatiche, creme.Per finire poi con “la Dispensa del Castello”, una raccolta di liquori, conserve, acque profumate, praline ed altre golosità, da tenere a portata di mano per arricchire con un tocco personale e raffinato le vostre creazioni, per un totale di oltre 130 ricette, da combinare fra loro e per stupire i vostri ospiti.



Anche questo,concertato e diretto da quella fantastica donna che di nome fa Alessandra Gennaro in arte Van Pelt, rallegrato dai fantastici disegni della Mai, che ci lascia sempre a bocca aperta per quello che vediamo realizzato dalle sue mani e impreziosito dalle fantastiche fotografie di Paolo Picciotto, un grande professionista che è entrato nel nostro "girone creativo" e chissà cosa pensa di noi, esuberanti e vulcaniche pulzelle!



Ma che è anche un libro che non deve mancare sotto l'albero delle persone care, alle quali vogliamo fare dei regali...opsss...DOLCI REGALI...


Perchè l'uscita di questo libro, non è fine a sè stessa, ma come i precedenti, contribuisce a realizzare un progetto che ci sta molto a cuore.
Infatti, acquistando una copia di DOLCI REGALI, contribuirai alla creazione di borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri (link: http://www.piazzadeimestieri.it/), un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe di una volta- dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e, ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della  realtà, derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.

E ora qualche nota tecnica....._

DOLCI REGALI
Collana “I libri dell'MTChallenge”
SAGEP Editori- Genova
Prezzo di copertina: 18,00 euro
Foto Paolo Picciotto
Illustrazioni Mai Esteve
Editor: Fabrizio Fazzari
Impaginazione: Barbara Ottonello
in vendita in tutte le librerie e su Amazon, IBS.

Natale è davvero alle porte....non lasciatevi sfuggire questo prezioso libro. Prezioso in tutti i sensi!
E perchè no.... regalare un cofanetto che racchiude i tre capolavori della collana, vi riempirà di gioia, riempirà di gioia chi lo riceve, riempierà di gioia chi porta avanti il progetto al quale abbiamo aderito con entusiasmo....




martedì 9 dicembre 2014

Biscotti di grano saraceno con zafferano, miele e frutta secca...per un Natale diverso, tra ricordi lontani, pensieri e molto altro....


Tutti gli anni, con l'arrivo delle festività ecco puntuali che ritornano stati d'animo contrastanti. Momenti di euforia da togliere il fiato, che ti fa sgranare gli occhi come un bambino curioso e non stare piu' nella pelle, si alternano a momenti di malinconia indescrivibile che ti fa piangere anche per un nonnulla e ti fa venire voglia di essere lontano da tutto e da tutti, e che finisca in fretta questo periodo.
Guardo le luminarie che addobbano le vie brulicanti di gente alla ricerca di un regalo possibilmente utile, ma anche con queste passo dall'allegria alla malinconia alla stessa velocità della luce.
Passa una pubblicità sul Natale ed ecco che la sua musica o canzone mi fa stringere il cuore e salire le lacrime agli occhi.
E allora mi fermo un attimo a pensare, e se chiudo gli occhi, i miei pensieri ritornano indietro come se stessi facendo ritornare all'inizio una vecchia cassetta....mi rivedo bambina, quando con emozione scrivevo la letterina a Gesu' Bambino che abitava in Via del Cielo n. 1. Ma che non mi portava mai il dono che avevo richiesto e non avevo mai il coraggio di chiedere il perchè. Per capire poi che Via del Cielo n. 1 non esisteva, e che i doni li comperavano mamma e papà e per quello non arrivava mai quello che avevo chiesto. Che anche se era poco, era sempre troppo rispetto alle possibilità economiche. Ma non c'era nè il tempo, nè la voglia, nè l'azzardo di fare capricci. Quello era e basta. Non per cattiveria. Ma per quei motivi che per un bambino sono distanti anni luce e non sfiorano nemmeno i suoi giovani pensieri.

E alla fine non mi importava nemmeno piu' di tanto mi sa, perchè tutto andava avanti come se niente fosse. La cosa che mi piaceva di piu' e che aspettavo con gioia, erano i pranzi che si facevano con i nonni, zii e cuginetti. Le lunghe tavolate, con piatti di fumante brodo con i ravioli di carne o con i tortelli di zucca. E il bollito con la verdura cotta che era servita per fare il brodo e il cotechino che facevano gli zii mantovani che avevano i campi e le bestie. Un Natale povero di portate, ma ricco di sapori. E quando ero piu' grandina, anche io aiutavo la mamma a fare i ravioli, alla mattina all'alba, a mettere un pochino di ripieno sul quadrato di pasta sfoglia fatta a mano, e uno in bocca, uno sulla sfoglia e uno in bocca..."Muchela de mangià chel basta no" (Smettila di mangiare che poi non basta...ma non era vero perchè ne preparava sempre di piu'....)

Ma poi col passare del tempo le cose sono cambiate. Ognuno si è creato la propria famiglia, giovani vite che prendono il posto di quelle dei "vecchi". Famiglie allargate che portano a tour vorticosi di qua e di là per non fare torto a nessuno.
Potrei andare avanti all'infinito con i miei ricordi che sono infiniti, ma ho dovuto avvolgere la cassetta fino ai giorni nostri. Quest'anno il mio Natale sarà diverso....ricco di colpi di scena, di euforia ma anche profonda malinconia....e se da una parte sono contenta, dall'altra sono spaventata e anche rassegnata.
Colpo di scena con paura per come si puo' evolvere la situazione e con quella dose giusta di gioia per il gesto coronerà la giornata di Natale, è quello che vede protagonisti noi tre fratelli con rispettivi e rispettive consorti e figlie che vanno dai 26 mesi ai 22 anni, e un padre che è rimasto assente per 26 anni. Che non ha conosciuto le nuore e nemmeno una delle nipoti. Che lo scorso anno ha espresso ai medici che lo avevano in cura, il desiderio di rivedere i propri figli. E dopo una lunga ricerca, quei figli sono stati trovati e messi di fronte ad una realtà crudele da lasciare senza fiato. Con i fantasmi del passato. Con tante domande senza risposte. Ognuno con il suo bagaglio di dolore e di ricordi. Un padre che ricordavamo cosi' come ci aveva lasciati, e che abbiamo ritrovato vecchio,solo, seduto su una sedia a rotelle perchè senza gambe. Che si ricordava ancora di noi e che ha rispolverato ricordi che sembravano cancellati ma che invece erano solo sbiaditi dal tempo, impolverati da quella patina di oblio che ci ha accompagnato fino a poco tempo fa. Che ci ha lasciato ammutoliti e ognuno cercava un segno negli occhi dell'altro. Per trovare un po' di coraggio. Per avere una risposta. Per ritrovare un attimo di conforto e di respiro dopo quello che avevamo visto. Perchè ci ha cercati dopo tutti questi anni? Che cosa vorrà mai? Lo fa perchè si è ravveduto o per convenienza?
Un padre che avremmo potuto ignorare nei suoi appelli e richieste, ma che invece non ne siamo stati capaci. Ed ecco che allora, dimentica e dimentichi del grande male, non fisico, che ci ha fatto, il giorno di Natale lo passerà insieme a noi e ai nostri consorti e alle nipoti, che nel frattempo ha conosciuto. Un gesto che è nato spontaneo e che abbiamo "assecondato" senza tante remore e ripensamenti. Perchè forse è cosi' che sta scritto che deve andare.
Non so come sarà vissuto questo momento. Da parte nostra sicuramente, lascerà un segno diverso nei nostri cuori e pensieri. Da parte sua, chissà se si accorgerà del tempo che ha perso, di quello che non ha vissuto, dei compleanni e feste che non ha mai condiviso.
Ma forse non è nemmeno questo il tempo delle domande e dei perchè. Sarà una giornata forse all'inizio un po' "imbarazzante" nei gesti, visto che è come se fosse il primo Natale che trascorriamo insieme e viste le sue condizioni fisiche. Un Natale che avremmo voluto trascorrere insieme anche lo scorso anno, ma che per motivi di salute non è stato possibile. Brutti momenti che mi hanno fatto dire "Non puoi andartene adesso, non ora che ci siamo ritrovati. Non puoi farci questo!" E poi la graduale ripresa, che ha stupito anche i medici....
Ma poi ci penseranno l'affetto e le parole delle nipoti, che sicuramente vivranno in maniera piu' spontanea e libera da pensieri, la vicinanza di questo nonno, sbucato all'improvviso. L'unica nota stonata in questo concerto di emozioni, sarà l'assenza della mamma che ha preferito non essere presente.


E sarà una giornata doppiamente "provante", dal momento che questo sarà forse l'ultimo Natale che nostra figlia passerà con noi, dal momento che andrà a vivere da sola in un'altra città....e pure questo mi lascia attonita e senza fiato. Non sono la mamma chioccia, non ho il cordone ombelicale ancora attaccato, ma....anche se una sa che prima o poi questo momento arriverà, si rende conto di non essere mai pronta. E allora mi sovviene la poesia di Khalil Gibran I figli.... ma non è che mi conforti poi tanto!

E visto che a quanto pare le emozioni non arrivano mai col contagocce ma sotto forma di valanga, questo ponte di S.Ambrogio, insieme ai nostri amici, siamo andati a Mantova e Ferrara. E mi sono voluta fermare a Pietole, dove ricordavo vivono ancora i miei zii, quelli del cotechino. Quelli che avevano i campi e le bestie. Quelli che fino a quando ho avuto una decina d'anni, andavamo a trovare con la nostra Fiat 500 color sabbia e ritornavamo in città con i prodotti della campagna. In realtà sono gli zii di mia mamma, quindi per me sono acquisiti. Ma l'incontro è stato un po' una carrambata....io che non sapevo la via, siamo passati sulla piccola strada e guardando le cascine che trovavamo sul nostro cammino, l'ho riconosciuta subito e ho sentito un tonfo al cuore. Cosi' come l'avevo vista da piccola. E quando mi sono presentata, sciorinando una parte di albero genealogico per farmi riconoscere, si sono commossi e ci è mancato poco che mi mettessi a piangere pure io! Ma non volevo avere nessun tipo di cedimento. Non questa volta. Erano troppo commossi e dopo un grande abbraccio e bacio, li ho salutati con la promessa di ritornare con mia mamma, la loro vera nipote....

Cosi', in questo turbinio di emozioni, attendo che arrivi il giorno di Natale. Non mi immagino di come sarà. Ho imparato che niente è come vogliamo che sia. Non sempre. Quindi vivro' alla giornata, assaporando ogni istante che passerà e che mi sarà regalato. Non so se ricevero' qualche regalo. So di quelli che faro'. Ma il regalo piu' prezioso, quello che faremo e riceveremo, non ha prezzo. Ha solo un nome o forse tanti nomi. So di sicuro che lo ricorderemo come uno dei Natali piu' speciali della nostra vita, dall'infanzia ad oggi. Sicuramente sarà un regalo importante per una persona che per anni lo ha passato per scelta con altre persone e poi da solo. Ma non ci sarà posto per i perchè, per le domande e per le spiegazioni. Ci saranno solo i nostri sentimenti e i nostri sguardi a parlare. E la voce del nostro cuore. Che per un momento ha dimenticato. Perchè forse è giusto che sia cosi'. Perchè forse , da qualche parte, era scritto che doveva finire cosi.....

E per questo meraviglioso contest, volevo preparare un piatto della tradizione, di quando ero piccola. Ma ho pensato di fare questi biscotti per dare un briciolo di dolcezza in piu' a tutto quanto. Perchè in fin dei conti questo Natale sarà speciale.
Come il sapore dei biscotti: il sapore rustico del grano saraceno, i pistilli di zafferano che colorano d'oro il latte, il croccante della frutta secca che a sorpresa trovi tra un morso e l'altro, e il delicato aroma del miele di Girasole che ho appena comperato....e alla fine una nevicata di zucchero a velo, come una polverina magica che porta sorrisi e leggerezza nel cuore.
Questi sono un'anteprima di quelli che sfornero' per i miei cari. Undici sacchettini a testimonianza che li ho preparati con il cuore per le persone che dal mio cuore non ci sono mai uscite e mai ci usciranno.

E anche a tutti voi....buon tutto!

Ingredienti
200 g di farina di grano saraceno fine
120 g di farina bianca
120 g di zucchero di canna
120 g di burro
    1 uovo
    1 bustina di lievito per dolci
    3 cucchiai di latte
1 pizzico di zafferano in pistilli
1 cucchiaio di miele di Girasole
6 noci, una manciata di mandorle e una di nocciole

Esecuzione
Mescolate lo zucchero con l'uovo fino a farlo diventare leggermente spumoso. Non diventerà gonfio e bianco come con lo zucchero bianco, ma si gonfierà leggermente.
Aggiungete il burro sciolto a temperatura ambiente. Scaldate leggermente il latte e aggiungete i pistilli di zafferano. Mescolate bene e versatelo nel composto. Versatele due farine alle quali avrete aggiunto il lievito e mescolate. Aggiungete la frutta secca tagliata non troppo finemente.
Dovrete ottenere un panetto compatto ma morbido. Stendete l'impasto tra due fogli da carta forno, appiattite delicatamente con il mattarello non troppo sottile.
Con gli stampini desiderati date le forme e adagiatele su una placca rivestita con carta forno.


Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 15 minuti. Sfornateli, fateli raffreddare su di una gratella e spolverizzateli con zucchero a velo


Ecco il biscotto leggermente croccante fuori ma morbido dentro...........





con questa ricetta partecipo al 1° contest interamente dedicato alla cucina delle feste, organizzato dall' AIFB



sabato 29 novembre 2014

Brunsli e frollini, prove tecniche di stampini in attesa delle feste..........



E per finire in dolcezza... un dolce in bianco e nero.
Dovete sapere che io ho un marito d'oro, d'argento,di piu'......prezioso veramente!
Basta che qualcuno dica uh, non mi funziona questo aggeggio, devo aggiustare questo, devo attaccare quello, e lui è già con un attrezzo in mano pronto ad intervenire!
Basta che dica uuhhh guarda che bello questo stampino, piattino, bicchierino,servizio, utensile.... e per magia mi compare sul tavolo della cucina! Ci ho provato anche con un Trilogy ma...quello non è mai arrivato. Pero' sinceramente non mi dispiace piu' di tanto. Anzi, proprio non me ne frega niente. Lui è la classica persona che quando è in tournè a suonare, ti porta a casa o un libro di ricette, o una farina particolare o qualcosa inerente alla cucina o prodotto tipico del posto o spezie varie.E' colui che quando è andato a Modena mi ha comperato una bottiglietta di aceto balsamico di tot euro, che si è maldestramente rotta nel piazzale del parcheggio quando ha preso il sacchetto.....c'è una piccola lapidina dove è avvenuto il fattaccio....roba che mi piange il cuore ancora adesso a distanza di anni!!!
E' colui che va in un negozio delizioso di fronte al Conservatorio di Torino, gestito da marito e moglie napoletani veraci, e ogni volta mi porta a casa un formato di pasta diverso e speciale...per le tue ricette....
E' colui che al compleanno ti regala una serie completa di set di vassoi con ciotoline da degustazione (come quello nella foto per intenderci) di vari colori. Che ti regala la mandolina o il set di alzatine per salatini e antipasti vari...
E' colui che a Natale ti fa trovare sotto l'albero un bel impastatore con tutti gli accessori. Che ti porta contenitori o come in questo caso una collezione di stampini per i biscotti. Con soggetti natalizi e non....cosi li fai anche durante l'anno. Ecco, messaggio chiaro. Ricevuto.
Ho un'amica che abita a Lugano, che sforna sempre delle torte e biscotti fantastici! E quando vedo le sue ricette rimango sempre a bocca aperta. Cosi' , conoscendo la mia passione per la cucina in genere, mi ha passato questa ricetta che ha trovato su un opuscolo del supermercato. Anche lei con gli stessi stampini che mi ha comperato mio marito. Infatti è bastato fargli vedere la fotografia dei suoi biscotti e dire hai visto che bei stampini che ha e....ecco fatto!
Ospiti piu' che soddisfatti. I Brunsli, speziati e dal sapore veramente particolare, I frollini, burrosi qb. Finiti in un batter d'occhio.... e io che li volevo conservare per la colazione dei giorni seguenti....

Ingredienti
Per ca. 28 biscotti
100 g di cioccolato fondente
160 g di zucchero
200 g di mandorle macinate
1 cucchiaio di cacao in polvere
1 presa di cannella in polvere
1 presa di chiodi di garofano
1 albume grosso di ca. 35 g
4 cucchiai di kirsch (4 cl) (io marsala)

Esecuzione
Il giorno prima grattugiate finemente il cioccolato e mescolatelo con lo zucchero, le mandorle, il cacao in polvere e le spezie. Montate l’albume a neve non troppo ferma. Incorporate gli ingredienti secchi e il kirsch e impa­stateli. Coprite la pasta e mettetela in frigo per ca. 1 ora.



Spianate la pasta tra due fogli di carta da forno a 1 cm di spessore. Cospargete la sfoglia con un poco di zucchero. Ritagliate dei rettangoli di 10 × 2 cm. Passate la lama del coltello nello zucchero tra un taglio e l’altro per ottenere dei bordi ben formati e zuccherati. Trasferite i brunsli rettangolari su una teglia foderata con carta da forno. Fate seccare i biscotti per tutta la notte.



Il giorno dopo, scaldate il forno a 250 °C. Cuocete i brunsli al centro del forno per ca. 3 minuti. Sfornate i biscotti e fateli intiepidire sulla teglia, poi fateli raffreddare su una griglia.








per i Frollini

120 g di zucchero a velo
250 g di burro
375 g di farina
   2 tuorli
   1 bustina di vanillina
un pizzico di sale

Amalgamate lo zucchero a velo. la vanillina, zucchero, sale e i tuorli, fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Aggiungete la farina e impastate velocemente. Avvolgete il panetto in carta trasparente da cucina o in un contenitore con chiusura e lasciate riposare in frigorifero per almeno 30 minuti. Trascorso il tempo, impastatela velocemente, appiattitela e spianatela con un mattarello per uno spessore di 3/5 millimetri. Per evitare che la pasta si attacchi al mattarello, non cospargete la superficie della pasta con la farina, ma copritela con una tovagliolo di stoffa e passate il mattarello.
Con gli stampini fate le forme e adagiatele su carta da forno o tappetino di silicone







Cuocete a 180° per 8/10 minuti. Sfornateli a fateli raffreddare su una gratella.



con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia Donadini del blog Essenza in cucina e del blog Caffè al cioccolato di Fausta Lavagna per la categoria BIANCO/NERO/MARRONE dessert









Polpette di pollo con barbabietola ai "quattro sapori"



Le origini di questa pianta erbacea sono veramente lontane. Basta digitare in internet la parola barbabietola e si scopre che.....La bieta fa la sua comparsa già nel mondo greco. Teofrasto ne parla col nome di τεῦτλον (tèutlon). A Roma ne parlano Plinio il Vecchio e Columella. La Beta, infatti, veniva usata non solo come cibo, ma anche come medicinale.
Già nel XV secolo era assai diffusa la sua coltivazione, soprattutto nei monasteri. Inizialmente veniva coltivata per le sue foglie, in seguito si diffuse anche il consumo della radice (specialmente la variante rossa).
 Dalla barbabietola si puo' estrarre lo zucchero
Ai primi dell'Ottocento, comunque, lo zucchero di canna era ancora diffusissimo. Ma le guerre napoleoniche, con il blocco dell'importazione dello zucchero di canna (1806), fecero sì che la sperimentazione sulle barbabietole procedesse più speditamente, finché nel 1811 alcuni scienziati francesi mostrarono a Napoleone dei panetti di zucchero estratto da barbabietola: l'imperatore ne ordinò la coltivazione  e, grazie anche all'intervento del finanziere ed imprenditore Benjamin Delessert, che aprì in Francia il primo stabilimento ove si estraeva lo zucchero dalla barbabietola con il metodo di Achard opportunamente perfezionato, nel giro di pochi anni sorsero più di 300 fabbriche di zucchero da barbabietola in tutta Europa.
Oggi l'Europa coltiva 120 milioni di tonnellate di barbabietole e produce 16 milioni di tonnellate di zucchero bianco; la Francia e la Germania sono i maggiori produttori ma, eccettuato il Lussemburgo, tutti i paesi dell'Unione Europea estraggono zucchero dalle barbabietole in quantità tale da soddisfare il 90% del fabbisogno.
In Italia la barbabietola viene coltivata dalla fine del XVII secolo, specialmente nella valle padana e nelle province di Ferrara e di Rovigo.
Le barbabietole vengono coltivate come foraggi, per lo zucchero (es. barbabietola da zucchero), come ortaggio a foglia (bietole), o come tubero (" barbabietole", "barbabietola da tavola", o "barbabietole da giardino" o, in piemontese, "biarava").
Oltre ad essere ricca di zuccheri, sali minerali e vitamine ed altre sostanze utili, alla barbabietola si attribuiscono proprietà dietetiche e salutari: assorbe le tossine dalle cellule e ne facilita l'eliminazione, è depurativa, mineralizzante, antisettica, ricostituente, favorisce la digestione, stimola la produzione di bile e rafforza la mucosa gastrica, cura le anemie, le infezioni del sistema cerebrale, stimola la produzione dei globuli rossi, scioglie i depositi di calcio nei vasi sanguigni e ne impedisce l'indurimento, infine stimola il sistema linfatico

Ne esistono di tante varietà. Di solito la si trova nelle buste sottovuoto già precotte. Io, che ho la fortuna che ho la mamma che ha un super orto... me le porta ancora da cuocere, appena raccolte, ancora sporche di terra. Piu' fresche di cosi'!
Ma purtroppo, nonostante la loro storia antica e le proprietà benefiche non tutti la amano, forse per il suo sapore leggermente dolciastro. 
Cosi' eccola camuffata dentro una polpetta con carne di pollo, anche questo di superba qualità. Acquistato insieme alle uova direttamente dal produttore. E siccome non era proprio un polletto, quello "avanzato" che ho fatto arrosto, l'ho utilizzato per fare queste deliziose e sfiziose polpette. Cosi ho servito un secondo piatto diverso sia per gusto che per colore! Perchè ai quattro sapori? Perchè una polpetta è rotolata nella rossissima paprica, una nei semi di sesamo, una nel pane grattugiato al sapore di aglio, e una fritta in olio al rosmarino.....

Ingredienti
500 g di carne di pollo
1 barbabietola rossa cotta
1 uovo
2 cucchiai di grana grattugiato
4 spicchi di aglio (o secondo i gusti)
semi di sesamo, paprica,pane grattugiato,farina bianca,prezzemolo q.b.
sale q.b.
rosmarino
olio per friggere (io Olio per friggere Friggi Topazio)

Esecuzione
Grattugiate il pane con 2 spicchi di aglio il piu' finemente possibile.
Tritate la carne del pollo con gli altri 2 spicchi di aglio, il prezzemolo e la barbabietola. Aggiungete l'uovo e formate delle palline che andrete a rotolare nei diversi aromi: il sesamo. la paprica, il pane all'aglio e la farina. Il composto non deve essere troppo compatto ma piuttosto "morbido".
Cuocete in padelle separate le polpette al sesamo, alla paprica e al pane all'aglio.
Quelle infarinate invece friggetele in abbondante olio con un rametto di rosmarino.
Scolatele e fate perdere l'unto in eccesso. Infilate i quattro tipi di polpette su spiedini e servite calde . 
Sono buonissime anche tiepide o fredde.





con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia Donadini del blog Essenza in cucina e di Caffè col cioccolato di Fausta Lavagna per la categoria ROSSO/ROSA/VIOLA Secondi piatti





Gnocchi di zucca


Chi mi conosce, sa delle mie origini milanesi/mantovane, delle quali vado ovviamente fiera, come tutte le persone del resto, che sono fiere delle loro radici!
Chi mi conosce e tutte le volte lo legge magari pensa....ancora lo scrive?! Bè, se qualcuno mi legge per la prima volta non lo sa, quindi io ci tengo a ribadirlo, visto che ogni luogo di provenienza è ricco di storia, usanze, piatti tipici, che è giusto non dimenticare, anche io lo faccio ogni volta che mi capita di usare un ingrediente che mi riporta alle "origini".
Quindi, in questo pezzettino mantovano che c'è in me, la zucca è uno degli ingredienti che uso spesso, per fare prima di tutto i tortelli di zucca, poi le torte, le zuppe....
Questa volta l'ho "sposata" con le patate per preparare questi deliziosi gnocchi.
Zucca, dal colore arancio acceso e caldo. Porti un po' di colore e calore in queste giornate uggiose e bigie!

Ingredienti
    1 kg patate
200 gr zucca
300 gr farina bianca
    1 uovo
sale q.b.
salsa di pomodoro

Esecuzione
Fate cuocere la zucca in forno fino a quando si sarà ammorbidita . Togliete la buccia e passatela allo schiacciapatate . In una pentola far bollire le patate e schiacciarle anche loro con lo schiacciapatate . Salate e aggiungete la farina e l'uovo . Impastate con le mani . La quantità della farina dipende dalla qualità della zucca . Se l'impasto dovesse risultare troppo morbido e appiccicoso ,aggiungete farina fino a quando rimane bello compatto e si stacca dalle mani . Una volta pronto, formate dei cilindri che andrete a tagliare su una superficie infarinata........




a e a passare tra i rebbi della forchetta o nell'apposito attrezzo di legno.


Portate a bollore una pentola di acqua , salatela e immergete gli gnocchi mescolandoli subito affinchè non si attacchino . Aspettate che risalgano a galla e fateli cuocere ancora per cinque minuti . Trascorso questo tempo scolateli con una schiumarola . Impiattare in piatti normali o in ciotole di coccio e conditeli con la salsa e se volete con una grattugiata di grana .



con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia Donadini del blog Essenza in cucina  e Caffè col cioccolato di  Fausta Lavagna per la categoria GIALLO/ARANCIO dei primi piatti



Catalogna cimata con acciughe piccanti


Il suo nome di battesimo è  Chichorium intybus e già il nome è un preludio al suo suo sapore: leggermente amarognolo, come tutte le cicorie. Ma questo amaro compie un' azione coleretica, cioè che aiuta l'eliminazione della bile. Chi la chiama cicoria asparago, cicoria catalogna, catalogna cimata o semplicemente catalogna. Ricca di vitamine e sali minerali. Tipica del Veneto, Lazio e Puglia. E se dico Lazio, quale piatto tipico viene in mente? Le puntarelle crude! Le tenere punte, mangiate in pinzimonio o in insalata, buonissime e tenerissime.
Io pero' l'ho cotta abbastanza velocemente per non disperdere troppo le sue proprietà e insaporita con quel tocco di piccante e salato dato dalle alici. Il risultato è un cuore leggermente amaro e piccante quanto basta, morbido fuori ma leggermente croccante dentro. Un antipasto che ti "apre" lo stomaco!



Ingredienti
1 cespo di catalogna cimata
1 spicchio di aglio
1 scatoletta di alici piccanti
Olio extravergine di oliva

Esecuzione
Dividete le foglie dai cuori e lavate tutto accuratamente. In una padella fate soffriggere un filo di olio extravergine e parte delle acciughe con il loro olio con lo spicchio di aglio. Versate i cuori della catalogna e le puntarelle e fate cuocere fino a quando saranno ammorbiditi fuori ma leggermente croccanti dentro.
Impiattate e guarnite con i filetti di acciughe interi che avete tenuto da parte.



con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia Donadini del blog Essenza in cucina e Caffè al cioccolato di Fausta Lavagna per la categoria VERDE/antipasti



giovedì 13 novembre 2014

I muffins "mantovani" tra note, ritratti, parole e tanti ricordi ed emozioni......per l'Mtc di novembre




Nuovo mese. Nuova sfida per l' Mtc. Tema: I muffins. E, senza nulla togliere alle sfide precedenti...che sfida!! Questa volta, Francesca, la vincitrice, del blog Burro e zucchero, e Alessandra, la nostra vulcanica "amica capa", l'hanno resa ancora piu' intrigante e profonda.
Si, perchè non si tratta solo di inventare,reinterpretare una ricetta, o altre diavolerie, ma di proporre muffins " obbligatoriamente ispirati a un testo letterario". Che sia romanzo, poesia, libretto d'opera, di una canzone ecc poco importa. Questi muffins, obbligatoriamente non piu' di due, devono nascere da un'idea che la fonte che abbiamo scelto, ci ha ispirato.
Detta cosi' sembrerebbe facile ma...avete presente una libreria colma e ricolma di libri di ogni genere e di cd? Come fare a scegliere? C'è un mondo e pezzi di vita in tutti quei capolavori. Ognuno racchiude emozioni e spaccati di vita e ricordi.... E allora mi sento persa. Come scegliere un capolavoro  a discapito di un altro?! È come fare un torto a un tassello di quel puzzle che forma il quadro della mia vita.
Ma ecco, che man mano che passano i giorni, comincia a delinearsi pian piano e sempre piu' chiara, la fonte ispiratrice che mi farà sfornare un "muffin a tema"...ovviamente non poteva essere semplice, vista la mia vena di "follia"....e non è solo un autore ad avermi ispirata, ma tre, anzi quattro....
Molto diversi tra di loro. L'unico filo conduttore che li unisce è quello che tutti hanno creato degli autentici capolavori che, in diversi ambiti, sono collegati tra di loro......
                                           
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".....E Viola rispose con entusiasmo all'invito della stravagante ragazza con il viso tondo da putto, incorniciato da un caschetto nero corvino, e dalla lunga palandrana nera che nascondeva le forme burrose che a bruciapelo le aveva chiesto "Ciao, mi chiamo Cecilia, ti andrebbe di suonare nella mia orchestra? Proviamo tutte le domeniche mattina a casa mia.Questo è l'indirizzo".
All'intervallo Viola e i suoi compagni si erano ritrovati nel corridoio e si erano domandati l'un l'altro "Ma anche a te una ragazza strana ha chiesto se volevi suonare nella sua orchestra? Silvia, l'amica della serie "se ci vai anche tu dico anche io di si", Fulvia la bionda, Fulvia la rossa, Franco, Roberto, Betty e tutti gli altri si accordarono per andare a vedere di cosa si trattasse veramente.
Cosi' , dopo le domande e le raccomandazioni della mamma che l'aveva messa in guardia, inizio' l'avventura concertistica. Tutte le domeniche dalle 9 alle 16, con buona pace dei vicini e pure una pausa pranzo, provavano nel salone, all'ultimo piano di una casa d'epoca tra artistica confusione e tre cagnoni che passavano tra i leggii, buttando a terra le parti, con grande disappunto dei musicisti. Tra note, battiti di cuore e di ciglia, le prime pene d'amore. Ma i maschi dell'orchestra erano o troppo stupidi per accorgersi o avevano occhi solo per lo strumento che stringevano tra le mani. E i sospiri proseguivano inascoltati sulle note di Vivaldi, Corelli, Monteverdi e Bach....
I concerti si alternarono tra biblioteche e oratori, tra le sale comunali e dei cinema di paese e anche all'aperto. Per 20.000 lire e un panino, o a volte solo con un panino un po' gnucco. Ma poco importava. Era bello stare insieme a fare musica. E Viola era orgogliosa. Si sentiva grande. Ai concerti venivano invitati amici e parenti, che in teoria e in pratica erano quasi sempre il gruppo piu' nutrito e numeroso del pubblico. E alla fine di ogni concerto aveva da sistemare un sacco di fotografie rigorosamente in bianco e nero, che le scattava suo padre, a perenne testimonianza della carriera della figlia. Chissà se anche lui era orgoglioso quanto lei!
Ma ecco che un bel giorno, Cecilia avviso'  tutti del colpaccio. Concerto a Novara, in un teatro vero. Il Teatro Coccia. Cosi' tutti eccitati scesero dal pullman ed entrarono da una piccola porta sul retro, un po' sgangherata e quasi anonima, se non fosse per quel cartello INGRESSO ARTISTI che la distingue dalle altre.
Viola rimase rapita e senza parole a quella vista: fondali di scenografie, quinte, corde con contrappesi, fari, attrezzisti che correvano di qua e di là, l'odore di polvere, di legno, di arte, di teatro, un fascio di luce che illuminava alcuni ballerini che, sulle note dell' Egmont Ouverture op. 84 di Beethoven,  danzavano in una miriade di puntini di pulviscolo che si muoveva insieme a loro,tra il fruscio dei tutu' e il tacchettio delle scarpette al suono di una musica che le conquista il cuore... Con il suo strumento si avvicina ancora di piu' ai pesanti tendoni di velluto color rosso amaranto, trattenendo il respiro e in punta di piedi per non disturbare e guarda la meravigliosa sala, con stucchi dorati e poltrone di velluto. E la musica...che musica! Le viene da piangere e si sente scoppiare il cuore dalla gioia e dall'emozione. E non sa piu' se è per tutto quello che ha visto e sentito o se perchè nel frattempo si sono avvicinati il bell'Antonio, il contrabbassista bellissimo,ricciolissimo e nerissimo, e Marco, chitarrista liscissimo e biondissimo, che la salutano e basta quando invece lei non ha occhi che per loro....ahhh l'amore!!
Ma ecco che Cecilia la riporta alla realtà, presto, c'è da fare la prova di assestamento, su ragazzi!
Due o tre punti da rivedere, risate nervose, battutine, momenti di serietà e concentrazione....
Ecco che il momento si avvicina, la sala questa volta è piena. E non solo di parenti. Peccato che la mamma sia rimasta a casa pero' ! I musicisti si sono cambiati d'abito e aspettano di entrare in scena.
Il cuore batte forte piu' che mai e Viola ha paura che tutti lo possano sentire.
Gli applausi danno i benvenuto ai giovani ragazzi. Le luci che accecano lo sguardo e scaldano. Un LAAAA  dato da Elena, il primo violino e....le note de Le Quattro stagioni di Vivaldi si librano nell'aria. Per Viola non c'è piu' il bell'Antonio, il biondo Marco, Egmont o i ballerini....

E da quel giorno, tanti concerti si sono succeduti. Tante entrate dall'Ingresso artisti. Sempre tante emozioni.Le palpitazioni adolescenziali sono state sostituite da momenti piu' intensi, profondi e maturi Man mano che i giorni passavano, si giravano anche le pagine della vita. Con i suoi alti e bassi. Con le risate e le lacrime. Tutto intensamente vissuto fino all'ultimo.
Fulvia la rossa suona in una importante orchestra, Roberto in un quartetto, Franco pure, Silvia "se ci vai anche tu dico anche io di si" si è sposata con un trombonista americano.
E Viola? Viola ha mantenuto i contatti con Fulvia la bionda. E ha rivisto anche Marco il biondissimo chitarrista. Non è piu' una ragazzina, ma una signora sposata, col bassotuba di un'importanti orchestre, abbastanza posata, che quando sente le note dell'Egmont è ancora capace di emozionarsi tanto, ma ancora cosi' tanto, da ritornare indietro nel tempo. E se chiude gli occhi rivede ancora quella ragazzina sperduta tra le quinte del teatro, tra l'odore di polvere e di arte. E sente ancora il leggero tonfo delle scarpette delle ballerine che atterrano sul pavimento di legno. Il fruscio dei tutu' e l'aria spostata dai loro movimenti. Un brivido che le percorre la schiena. E il battito del suo cuore, diviso tra le note, una chioma riccioluta e una liscia mai dimenticate...."

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Questo era "l'incipit emozionale" il "Preludio" accennato a Francy....e da qui l'aggancio con Le Quattro stagioni di Vivaldi. Le Quattro stagioni dell'Arcimboldo e il racconto Inviti superflui di Buzzati, che hanno un comune denominatore. Il tempo che passa, attraverso le stagioni.

(Ho scelto l'Autunno perchè siamo in autunno! Perchè mi piace per i suoi indescrivibili colori  e i suoi profumi, di bosco, di foglie morte, di castagne, di funghi e altro ancora.
Perchè non potevo ignorare un riferimento rispetto ad un altro. Perchè il ricordo ha stimolato alcuni sensi: l'olfatto e il gusto per il profumo e il sapore degli ingredienti, la vista per il ritratto e il racconto, l'udito per il capolavoro musicale. Con un "sesto senso", quello delle emozioni! )

Tre grandi artisti che hanno saputo interpretare e trasmettere la loro arte, con stili di comunicazione diversi tra loro, ma cosi' vicini. Vivaldi con le sua maestria, ha musicato i  quattro Sonetti, uno per concerto (Stagione), che sono il tipico esempio di "musica a programma", cioè che descrive in musica un testo scritto. Per intenderci: i toni cupi e tetri dell'inverno, gioiosi e caldi dell'estate con la sua prorompente tempesta finale, la delicatezza della primavera con il canto degli uccelli e il temporale, e l'autunno dove il protagonista è Bacco, con i sintomi dell'ebbrezza, il clima trasognato del dopo festa e i momenti concitati della caccia. Come rimanere insensibili leggendo e ascoltando questi versi musicati in maniera cosi' magistrale?


Allegro
Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor di Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere

Adagio molto
Fa' ch' ogn' uno tralasci e balli e canti
L' aria che temperata dà piacere,
E la Staggion ch' invita tanti e tanti
D' un dolcissimo sonno al bel godere.

Allegro
I cacciator alla nov'alba à caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De' Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, mà oppressa muore.
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E se Vivaldi ci trasmette le emozioni con le note, l'Arcimboldo lo fa attraverso la vista, con le bellissime grottesche "Teste composte" , combinando frutta, ortaggi, uccelli, libri ecc. collegati metaforicamente al soggetto rappresentato.
Le opere piu' famose e conosciute sono appunto le otto tavole raffiguranti, in forma di ritratto allegorico, le quattro stagioni e i quattro elementi della cosmologia aristotelica (Aria, Fuoco, Terra, Acqua).  Ogni stagione è creata, secondo le corrispondenze tra microcosmo e macrocosmo propri della filosofia aristotelica.

L'Autunno è rappresentato come un uomo dai lineamenti grossolani. Il collo, formato da due pere e da alcuni ortaggi, spunta da un tino parzialmente distrutto mentre le doghe di legno che lo formano sono tenute legate tramite dei rami di salice.
La faccia è formata da pere e mele, visibili in particolare sulla guancia e per il naso; il mento è una melagrana, mentre l'orecchio, un fungo, regge un pendente a forma di fico. Le labbra e la bocca sono formate dal riccio della castagna mentre per la peluria del viso utilizza il grano. La capigliatura è composta da uve e viti, alla cui sommità si trova una zucca.



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Mentre le parole toccanti di Buzzati, descrivono in maniera esemplare lo stato d'animo di un amore, che passa e vive attraverso lo scorrere del tempo, attraverso le stagioni. Ma è poi mai esistito questo amore o è solo un intenso e struggente desiderio nato nella mente del protagonista e descritto come se davvero fosse stato vissuto in ogni sua emozione?

"Vorrei pure - lasciami dire - vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di sé una specie di musica.
E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo. Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose".
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E per finire, il grande Rigoletto nel suo splendido Quartetto "Bella figlia dell'amore"" interpretato da Gilda,Rigoletto, Duca di Mantova e Maddalena. Verdi, un genio nell'orchestrare nelle sue opere quattro personaggi che cantano insieme, nella propria intensa parte e interpretazione (cosi' come anche Puccini del resto, nelle sue magnifiche Opere), perchè uno degli ingredienti che ho utilizzato è il ripieno dei tortelli di zucca mantovani, quindi, svolgendosi la storia a Mantova, va da sè che Rigoletto va a braccetto con ripieno di zucca!
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Due versioni. In comune la farina di grano saraceno e il ripieno dei tortelli di zucca (zucca, amaretti e mostarda). Quella dolce con l'aggiunta della frutta secca, quella salata con funghi e formaggi.

Il muffin salato, immaginato di essere gustato nella Locanda di Sparafucile, fratello di Maddalena, fuori Mantova, sui tavolacci di legno rustico, accompagnato da un buon bicchiere di vino corposo.
Lo stesso vino corposo bevuto dai cacciatori sotto gli alberi a ridosso del bosco alla fine della battuta di caccia, che se nel testo recita "...ferita minaccia, Languida di fuggir, mà oppressa muore", la voglio pensare libera e loro lo stesso a festeggiar!
Il muffin dolce invece, gustato dal protagonista di Buzzati, che già cosi' tristemente provato per quel desiderio di vedere e sentire al suo fianco il suo amore, nel susseguirsi delle stagioni, che provi almeno un po' di pace, davanti ad un camino acceso, un dolce morbido tra le mani, accompagnato da un buon bicchiere di Zibibbo.
                                                 
Consigli e ricetta la trovate qui

Muffins "mantovani" con farina di grano saraceno e frutta secca

Ingredienti per 12 muffins medi
200 g farina 00
100 g farina di grano saraceno
100 g zucchero di canna
  40 g di noci, uvetta, nocciole, pinoli, fichi secchi, per un totale di 200 g.
1/2 cucchiaino di bicarbonato
8 g di lievito in polvere per dolci
un pizzico di sale
un pizzico di cannella
 la scorza grattugiata di un limone
 100 ml di latte
 100 g di burro morbido 
150 g di zucca cotta 
    1 scatola di amaretti
1 vasetto di mostarda di mele o 4/5 pezzi di quella di frutta mista 
1/2 bicchiere + 1 cucchiaio di liquore Amaretto
2 uova medie


Esecuzione
Sistemate i pirottini di carta nella teglia per i muffins oppure ungete e infarinate bene gli incavi, fondo e bordi.
Tagliate la zucca e ponetela su una teglia foderata di carta forno. Cuocete in forno a 160°C per circa mezz'ora. Fatela raffreddare e frullatela oppure schiacciatela con una forchetta. insieme agli amaretti e alla mostarda (Nota: per ottenere 150 g di zucca cotta ne occorre circa 200-250 g cruda, perché in cottura perde peso) Potete preparare il ripieno di zucca anche il giorno prima, cosi i sapori si amalgamano meglio tra di loro. Io la volta precedente ho preparato piu' ripieno che ho poi surgelato e utilizzato questa volta.


Portate il forno a 190°C modalità statica.
Mettete le uvette in ammollo nel mezzo bicchiere di liquore Amaretto per circa 15-20 minuti, poi scolatele ed asciugatele bene.
Tagliate a metà la frutta secca, a parte i pinoli e in quattro i fichi secchi (potete pero' lasciare la frutta secca anche intera, affinchè si veda nell'impasto. A pezzetti si "confonde" creando una curiosa risultanza e sorpresa tra il morbido dell'impasto e il croccante della frutta che ti scrocchia sotto i denti quando meno te lo aspetti)


In una ciotola media lavorare il burro a crema con lo zucchero.
Unite le uova mescolandole con una frusta, aggiungete un cucchiaio di liquore Amaretto, il ripieno di zucca e il latte, mescolate bene e tenete da parte.
In una ciotola grande setacciate tutti gli ingredienti secchi (le farine con il lievito, il sale, il bicarbonato) aggiungere la cannella, la noce moscata e la scorza di limone grattugiata. 
In ultimo unite la frutta secca tagliata grossolanamente e l'uvetta scolata ed asciugata. 
Mescolate uvetta e farina  in modo che le uvette ne siano ben ricoperte  (ciò impedirà loro di depositarsi sul fondo dei muffins in cottura).
Formate una fontana e versateci dentro il composto liquido.
Con un cucchiaio amalgamate i due composti mescolando BREVEMENTE, con non più di 10-11 giri di cucchiaio.
Il composto dovrà risultare grumoso.
Riempite i pirottini o gli incavi della teglia fino al bordo o oltre, per ottenere una bella cupola ed infornate subito. Abbassate la temperatura a 180°C modalità statica e cuocete per 20-25 minuti, controllate la cottura inserendo uno stecchino nel centro dei muffins, se esce pulito sono pronti. 


Dovranno risultare leggermente dorati in superficie.
Sfornateli, lasciateli riposare 5 minuti poi toglieteli dalla teglia e fateli raffreddare su una gratella.







ecco il morbido interno



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Muffins "mantovani" con farina di grano saraceno,funghi,Emmenthal e formaggio di capra Testa Dura O.I.P.




Ingredienti per 12 muffins medi
200 g di farina 00
100 g di farina di grano saraceno
 50 g di Parmigiano Reggiano
 100 g di Emmenthal
100 g di formaggio di capra Testa Dura O.I.P.
1/2 cucchiaino di sale fino
1 cucchiaio da tavola raso di pepe nero macinato al mulinello
 cucchiaio di erba cipollina q.b.
8 g di lievito in polvere per salati
 un pizzico di bicarbonato
150 g di ripieno di zucca (zucca, amaretti, mostarda)
70 g di burro
100 ml di latte
funghi porcini secchi
2 uova medie

Esecuzione
Tagliate la carta forno in quadrati e sistematela negli incavi della teglia da muffins (danno un aspetto piu' rustico al muffin)  oppure ungeteli e infarinateli bene, fondo e bordi.
Preparate la zucca come indicato nella ricetta precedente
Pre-riscaldate il forno a 190°C modalità statica.
Tagliate i formaggi a cubetti
Mettete a mollo i funghi porcini
Fate sciogliere il burro a bagnomaria e tenete da parte.
Grattugiate il Parmigiano Reggiano

In una ciotola grande setacciate la farina col lievito e il bicarbonato. Aggiungete il Parmigiano grattugiato, i cubetti di formaggio, il sale, il pepe macinato al momento. Scolate i funghi dalla loro acqua quando sono ben ammorbiditi e fateli cuocere con una noce di burro ed erba cipollina secondo i vostri gusti ed aggiungeteli agli altri ingredienti  precedentemente mescolati. Amalgamate bene, fate la fontana e tenete da parte.In una ciotola media sbattete le uova con il latte, aggiungete il burro fuso e il ripieno di zucca. Amalgamate bene e versate il composto nella ciotola degli ingredienti secchi.
Con un cucchiaio mescolate BREVEMENTE, sempre 10-11 giri di cucchiaio solo per amalgamare gli ingredienti.
Riempite gli stampini con la carta forno fino oltre il bordo, per avere una bella cupola, infornate, abbassate la temperatura a 180°C e cuocete per circa 20-25 minuti. Controllate sempre la cottura con uno stecchino.


Sfornate i muffins 
Lasciateli riposare 5 minuti poi toglieteli dalla teglia e fateli raffreddare su una gratella.


ecco l'interno 


con queste due ricette partecipo al contest di novembre per