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lunedì 29 febbraio 2016

Consommé di piccole chenelle alla Rossini per il Calendario del Cibo Italiano




Oggi, 29 febbraio, si festeggia la Giornata Nazionale di Gioacchino Rossini, per il Calendario del Cibo Italiano-AIFB- Associazione Italiana Food Blogger
Uno tra i grandi operisti italiani, compositore di pagine celebri che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Ma che ci fa tra le pagine di un blog di cucina, di un'Associazione di Food Blogger, tra ricette, tegami e ingredienti, questo musicista? Ci stà, perchè Rossini oltre ad essere un importante compositore, era anche un grandissimo buongustaio e intenditore di vini e altre eccellenze della buona tavola. Del resto, la sua figura, parla da sola! Troverete tutti i particolari storici e curiosi nel mio contributo in qualità di Ambasciatrice li potete leggere qui

E ora, la ricetta per realizzare queste semplicissime e gustose chenelle.

Ingredienti per 6 persone
1,5 l di brodo di pollo
120 g di semolino
2 uova
60 g di burro
100 g di parmigiano
2 cucchiai di latte
cerfoglio
noce moscata, sale e pepe

Sbattete il burro già ammorbidito. Quando comincia a spumeggiare incorporate le uova , il semolino e il latte. Aggiungete un pizzico di sale e pepe appena macinato. Coprite e lasciate riposare l'impasto per 2 ore
Con l'aiuto di due cucchiaini, formate delle piccole chenelle, che lascerete cadere nel brodo in leggera ebollizione.. Lasciate cuocere per 10 minuti, fino a quando verranno a galla. Impiattate, spolverizzate con cerfoglio e parmigiano appena grattugiato.



sabato 20 febbraio 2016

Tortine di grano saraceno con miele di castagno e delizia di miele al caffè



Seconda proposta...anche perchè piu' di due questa volta il regolamento non ne permette, per la sfida n. 54 dell' Mtc proposta dai vincitori della scorsa sfida, Eleonora e il Dott Meyers del blog Burro e Miele 

Per addolcire la giornata di domani, momenti preziosi da trascorrere con chi si ama, e la mia giornata di oggi, che mi vede un po' "col fiato corto"... il sabato è una benedizione/maledizione.
La prima, perchè finalmente ho tutta la giornata per me, libera di fare le cose che non sono riuscita a fare durante la settimana, o anche semplicemente di non fare un bel niente, ascoltare musica, coccolare la mia gatta, curare le mie piante. La seconda, perchè appunto avendo la giornata libera, anche la mia mente lo è, e come un cavallo allo stato brado, galoppa quà e là, senza forma, senza meta, senza limiti...pensieri belli che si alternano con quelli cupi. Cosi' mi aggiro per la casa vuota. La gatta appallottolata sui morbidi cuscini nuovi della sedia, la porta della cameretta chiusa, silenziosa, con il pigiama e le ciabatte buttati come capita, dall'ultima volta che è passata per casa. Un silenzio quasi irreale, che fa "rumore" e fa male, che fino allo scorso anno era interrotto dalle note del suo violoncello. Le chiacchierate a tavola, le discussioni, sentire il suo respiro e il suo girarsi e rigirarsi nel letto, perchè una mamma non dorme mai profondamente, ma sente sempre il respiro della sua creatura dentro di sè...Anche la gatta ha i suoi momenti di nostalgia, si mette davanti alla porta e miagola, cosi' la faccio entrare e ispeziona ogni angolo, poi si ferma in mezzo alla stanza e guarda il letto in alto e sta fissa senza muoversi per un bel po'. Fa una tenerezza incredibile, vedere di quanto sono sensibili gli animali e di quanto le manchi anche a lei. E le feste che le fa quando ritorna a casa sono incredibili!

Ma domani è un' altro giorno, e visto che abbiamo a pranzo i nostri amici del cuore, ne ho assaggiata una per "precauzione". Per divertirci, ci mangeremo una buonissima Fondue moitiè moitiè, come quella che abbiamo mangiato a Ginevra, per inaugurare il caquelon, il caratteristico tegame nel quale si intinge il pane, posto sul réchaud, il fornelletto da tavola. Il fine pasto, come vuole la tradizione ginevrina, almeno cosi' me l'hanno "venduta", si deve finire con le meringhe coperte con doppia panna. Ma visto che siamo a "dieta" (ahahah), e questa è un'altra storia, ho optato per queste tortine dal sapore rustico del grano saraceno, in ricordo della Valtellina, che mi ha in pratica vista crescere, e quindi porto sempre nel cuore, reso ancora piu' deciso ma assolutamente profumato e per niente prevaricante, dall'aggiunta del miele di castagno. Insomma, profumi e gusti caserecci, rustici, montanari, per queste morbidissime tortine, intinte per ultimo nel miele al caffè....una coccola per il palato e per gli occhi. Un'esperimento azzardato ma ben riuscito, perchè non ho mai sostituito lo zucchero con una buona parte di miele. Non sapevo come avesse reagito alla cottura, invece devo dire che sono molto soddisfatta del risultato.
Annalena spiega in maniera impeccabile la storia e la geografia del miele. Vi invito a leggere il suo prezioso contributo e se avete dubbi su quale miele utilizzare per le vostre ricette, guardate nell' infografica Dani e spariranno di sicuro!

Ingredienti
per 6 tortine
125 g farina di grano saraceno fine
  25 g fecola di patate
    2 uova
125 g burro
  35 g zucchero
  90 g miele di castagno
un pizzico di sale
zucchero a velo q.b.

Esecuzione
Montate i tuorli con lo zucchero ottenendo un composto ben gonfio. Aggiungete il burro sciolto ma freddo. Aggiungete il miele, la farina, la fecola, il pizzico di sale, aggiungendo l'ingrediente successivo solo quando il precedente è ben amalgamato.Per ultimo, gli albumi montati a neve.


Riempite degli stampini monoporzione, sbatteteli delicatamente sulla superficie del tavolo per pareggiare bene il composto. Infornate a 170° per 30/40 minuti, fino a quando la superficie risulterà dorata e lo stuzzicadenti uscirà asciutto dalla torta.
(io li ho riempiti fino all' orlo, e sono lievitati "a cupola". Se li riempite per 1/3, ne ricaverete di piu' e saranno meno gonfi. Dipende dai vostri gusti.
Lasciateli raffreddare, spolverizzateli con zucchero a velo e servite con il miele al caffé



con questa ricetta partecipo alla sfida n 54 di Mtc


Waffle con Gruyère e miele d'Acacia e Reblochon de Savoie au lait cru ai due mieli


Sembra quasi uno scioglilingua. Invece è la mia ricetta per la sfida n. 54 dell' Mtc proposta dai vincitori della scorsa sfida, Eleonora del blog Burro e Miele e il Dott. Meyers. Quando ho visto il tema di questa sfida, mi sono cascate le braccia. Ho persino pensato di gettare la spugna, perchè proprio non pensavo si potesse improntare una sfida con questo importante ingrediente, che in casa usiamo per alcune preparazioni, ma non proprio per cucinare un pasto completo!. Va da sè, che come tutte le volte, arrivo trafelata all'ultimo, con tante idee che mi sono frullate per la testa e con la convinzione di non essere degna di considerazione e all'altezza, vista la semplicità e banalità della mia proposta.
Ma quando una ha a disposizione la materia prima di un certo livello, non deve inventarsi niente di nuovo, altrimenti andrebbe a snaturare e ad alterare il gusto del piatto.
Quindi, ho pensato di servire la mia ricetta nella maniera piu' semplice e naturale possibile.
Reduce da una tourneé a Ginevra di mio marito che era a suonare con la OSR, ho utilizzato i formaggi che abbiamo acquistato prima di tornare a casa.
Mentre preparavo il tutto, pensavo a come mi ero sentita bene durante quei giorni, con la mente serena, lasciando a casa tutti i pensieri, anche se ad una certa ora del giorno, o quando ero sola, perchè lui era alle prove d'orchestra, questi cercavano di entrare forzatamente e violare quello stato di temporaneo benessere che stavo vivendo e che non volevo assolutamente intaccare con i pensieri negativi. Quindi, rivissuti brevemente ma scacciati altrettanto velocemente, ecco che i miei giorni di "grazia" e beatitudine, si sono succeduti uno dopo l'altro, facendomi sentire una "signora in trasferta". Tutte le volte che entravo nell'appartamento in affitto, e guardavo fuori dall'immensa vetrata che dava sulle case e sulle montagne di fronte, mi sentivo veramente felice. In quella cucina con poche "caccavelle" a disposizione ho preparato pranzi, pizze e focacce con grande piacere e ottimi risultati. Senza radio nè televisione. Lontano da tutto e da tutti.
Durante le giornate libere, le lunghe passeggiate sul lago o in qualche parco, e tutto il tempo solo per noi due, senza orari, scadenze, corse e altre cose che rendono la vita cosi' invivibile e poco "umana".
La consapevolezza che il suo lavoro, che una volta era stato anche il mio, è il lavoro piu' bello del mondo. La consapevolezza che ho la fortuna di potermi ritagliare un po' di tempo per me stessa e noi, quando mi è possibile, ora che la nostra bambina non è piu' bambina, e ha spiccato ormai il volo nel suo nido, e questa è sicuramente la faccenda piu' "dolorosa" che mi rattrista.
La consapevolezza, una volta ritornata a casa, e ricevuto notizie non molto belle, che mi han fatto piombare di colpo con i piedi per terra, che noi siamo di passaggio e non sappiamo veramente cosa ci aspetta domani. Nello spettacolo della nostra vita, il sipario si puo' chiudere alla fine o all'improvviso, lasciando tutto in sospeso. Il Carpe diem, sta diventando il mio modus operandi. Non sappiamo come vanno le cose, quindi voglio cogliere il massimo e l'attimo di tutto quello che mi si presenta giornalmente. Perchè " di doman non v'è certezza".... quindi, al diavolo se non ho passato l'aspirapolvere ma trascorso qualche ora in compagnia con un'amica a sorseggiare un té e guardarci negli occhi. Al diavolo se i vetri hanno gli aloni, e ho preferito passeggiare in un parco in una giornata di sole....è che purtroppo non tutti siamo liberi di gestire il nostro tempo come meglio ci aggrada. Vuoi per i mila mila impegni che ci assillano e riempiono la vita. E arrivati a fine giornata magari a dire "sarebbe bello se....". Ecco, io non voglio piu' arrivare alla fine della giornata e pensare che forse ho mancato un'occasione, o non fatto una certa cosa, che sarebbe stato bello se.....

Cosi' eccomi a trafficare con i miei "ricordi" ginevrini, dopo aver visto la fantastica infografica della Dani sull'uso  e abbinamenti dei mieli. la storia e la geografia del miele spiegato da Annalena, il mio banale ma gustoso contributo....le waffle, il mio cavallo di battaglia ormai, che mi salva in tante occasioni, prese dal nostro libro L'ora del paté alla pag 134, con qualche piccola modifica per l'occasione.

Ingredienti
per le waffle
    2 uova
  60 g burro fuso
100 g formaggio Gruyerè
150 g farina 00
un pizzico di sale
200 ml latte intero
un cucchiaio abbondante di miele d'Acacia

formaggio Reblochon de Savoie, miele di castagno e delizia di miele al caffè

Esecuzione
Sbattete le uova con una frusta, aggiungete il burro fuso e raffreddato, il Gruyerè grattugiato. Amalgamate il tutto, aggiungete il miele, la farina setacciata alternandola con il latte, il pizzico di sale e lasciate riposare il composto in frigorifero per almeno un'ora.
Versate un mestolo di impasto per volta sulla "gofriera" o piastra fino ad esaurimento degli ingredienti.
Dalla forma di formaggio, ritagliare dei dischi, o taglio preferito, adagiarli sulle waffle e aggiungere un cucchiaio di miele di castagno e sull'altro il miele al caffè.



con questa ricetta partecipo alla sfida n. 54 di Mtc



lunedì 15 febbraio 2016

Giornata Nazionale dei Pizzoccheri per il Calendario del Cibo Italiano


Sono particolarmente legata a questo piatto della tradizione valtellinese. Per un po' di motivi...in Valtellina ci ho passato piu' di cinquant'anni delle mie vacanze estive ed invernali. Conosco ogni angolo di Teglio, il paese soleggiato tra Sondrio e Tirano, con la sua bella pineta con la Torre saracena che si staglia sulla valle, che ha fatto da contorno alle varie tappe della mia vita. Quando ero piccola e il viaggio "infinito", quando dalla valle vedevo la Torre, era una gioia, perchè voleva dire che mancava poco ad arrivare su al paese. Momenti indimenticabili, vissuti con la mia amica Luciana, con la quale ho un rapporto molto "sentito" e fraterno. Quante ne abbiamo passate sempre insieme! E sin da piccola, ho potuto gustare le eccellenze del luogo, apprezzando tutto quello che la cucina povera montanare puo' offrire. Che di povero direi non ha niente, perchè è ricca di tradizioni, di genuinità, di gesti compiuti con il cuore, la sapienza tramandata a voce, perchè è facendo le cose, la quotidianità, che rende speciali questi piatti. O magari ricette scritte in grafia incerta, su quadernetti a quadretti, ingialliti dal tempo.
Se sfoglio le fotografie, mi vedo ritratta con la mia famiglia e gli amici, in campi di grano saraceno, dai minuscoli fiori bianchi, e poi la raccolta, il mulino, e infine, la classica mangiata di pizzoccheri, fragranti Sciatt, formaggi locali, ruote di pan di segale...che fortuna aver vissuto quei momenti, dove non esisteva tutta la tecnologia del giorno d'oggi, ma quanta sana felicità nell'apprezzare le piccole e "banali" cose....

Ci sono versioni un po' diverse di questo piatto, in base alla stagionalità o al gusto delle verdure che si usano, il paese o la valle dove vengono preparati, le tradizioni famigliari....c'è chi ci mette le coste, chi gli spinaci, al posto della verza, chi poco burro e aglio, chi invece molto...comunque sia, sono un piatto fantastico. Ma per me, e per gli intenditori, quello vero e originale vede la sua patria a Teglio, garantito e tutelato dall' Accademia del Pizzocchero.

La mia ricetta, che ho visto fare non so quante volte dalla mia nonna e poi mia mamma, insegnata dalle anziane di Teglio, la trovate qui.

E vi invito a leggere il contributo che l'Ambasciatrice Alessandra Petteni del blog Polpetta Pop ha scritto qui, dove troverete altri contributi per Calendario del Cibo Italiano, promosso da AIFB- Associazione Italiana Food Blogger

lunedì 1 febbraio 2016

Giornata Nazionale del Radicchio per il Calendario del Cibo Italiano


Oggi si festeggia la Giornata Nazionale del Radicchio, per il Calendario del Cibo Italiano che vede come Ambasciatrice Elisa  del blog Il fior di cappero, che ho avuto il piacere di conoscere, una donna che sprizza energia da tutti i pori nel vero senso della parola, e che ha scritto un prezioso contributo su questo fantastico "miracolo rosso", che vi invito a leggere.
Ho sempre adorato il radicchio, non dovrebbe mai mancare nemmeno sulle vostre tavole, perchè contiene importanti elementi che fanno bene alla nostra salute, ma l'ho apprezzato ancora di piu', quando ho avuto l'occasione di partecipare ad uno dei blog tour organizzati da AIFB- Associazione Italiana Food Blogger proprio nella terra del radicchio, Castelfranco Veneto. Abbiamo avuto la possibilità di andare a visitare un'azienda coltivatrice di questo fantastico tesoro rosso, scendere veramente sul campo, e vedere tutte le fasi della lavorazione, dallo sbianchimento allo stoccaggio del prodotto. Incredibile di quante fasi di lavorazione avvengono, prima di trovare sui banchi dei supermercati e negozi, questa fantastica cicoria. Una visita veramente interessante, dove abbiamo anche conosciuto persone che amano il loro lavoro e difendono con grande professionalità e dedizione, un prodotto della nostra tradizione italiana. La mia esperienza, che mi piacerebbe condividere con voi, la trovate descritta qui.
Quando sono ritornata a casa, ovviamente con una sporta piena di radicchio, e di altri prodotti che abbiamo ricevuto in omaggio o acquistato in questa occasione,  mi sono sbizzarrita a creare ricette.

Una "nuova" la propongo oggi, niente di speventosamente eccezionale, ma gustosa e semplicissima, visto che il mio tempo è veramente inesistente in questo periodo per una serie di motivi. Ma dovendo cucinarlo, ho pensato di stufarlo con un po' di aglio e chiuderlo dentro uno scrigno di pasta sfoglia, (per evitare che la verdura bagnasse troppo la sfoglia, ho fatto una base con il formaggio gratuggiato, ho messo il radicchio stufato, ho chiuso il tutto, come nella foto e spolverizzato con una generosa manciata di Parmigiano Reggiano


Senza altre aggiunte, per assaporare in tutta la sua bontà, il gusto leggermente amaro ma cosi' piacevole, e la croccantezza della sfoglia dorata... 20 minuti di cottura in forno a 180° ed ecco pronto...



In questo collage invece sono raffigurate alcune delle ricette che ho fatto nel tempo, non tutte, ma quelle che ritenevo piu' semplici, sfiziose, originali, da farvi conoscere.


e che potete visionare consultando i link sottostanti...

Barchette di radicchio e rapanelli
Crackers con crescenza e radicchio
Focaccia al radicchio
Cuori di frittata al radicchio
Radicchio Variegato di Castelfranco IGP con tonno, olive, aglio piccante, noci e mandorle
Pan grigliato con lardo, Basajo, castagne e Radicchio Rosso Tardivo di Treviso IGP
Risotto con verza, Radicchio Rosso Tardivo di Treviso IGP, castagne e Vento d'estate
Lasagne di castagne con radicchio e funghi porcini
Occhiata con radicchio glassato e zeste d'arancia